Il sol dell'avvenire - N. Moretti (seguito) Clic inizio
Inoltre, la riflessione sui mestieri del cinema prende in conto l'ingombrante presenza di certe piattaforme "x" o "y", e ci si riferisce chiaramente alla più popolare (in "x" quindi...). Assistiamo ad un piccolo tentativo di trattativa, ma poi... impossibile piegarsi al suo benvolere, specie alle sue regole in materia di tempistica. E qui vi lasciamo scoprire, o ricordare.
Insomma, si sorride, si ride, non ci si annoia mai, al contrario.
Come al solito e forse meglio del solito – ad ora i nostri film preferiti di Nanni Moretti sono due : la tragicommedia italofrancese "Aprile", del 1998, e quest'ultimo -, alla vita pubblica si fonde la complessità (l'altra complessità) della vita privata. In altre parole, alla vita privata si intrecciano guai, riflessioni o "ciak" della vita pubblica. E storica poiché l'anno di riferimento del nostro (principale) film nel film (il gioco ad incastro, riuscito, è complesso!) è il 1956 ; ed il tema chiave è quello di un partito comunista italiano (si parla infatti della "sezione Gramsci") che - nonostante le iniziali, tristissime titubanze di alcuni - non ha assolutamente nulla a che spartire col "nuovo" volto del partito di riferimento, il PC russo staliniano senza scrupoli nella sua sanguinosa guerra contro la primavera ungherese.
Infine, naturalmente, non si può che uscire arricchiti dalle nostre sale, con la sana voglia di rivedere quest'opera ancora e ancora (!) per capire davvero cosa spinge il protagonista ad adottare sempre lo stesso carattere. Un carattere – in apparenza – selvatico e scontroso, diffidente e distante quel che basta (o un po' di più!). Un personaggio che tiene a certe teorie. Principi, come dicevamo, che si scontrano con la nullità per non dire pericolosità di certi pseudo contenuti detti artistici. Principi che vanno di pari passo con essenziali lezioni di vita.
È proprio grazie a questo tipo di film – dal titolo dovuto ad un canto della resistenza – che, tra notizie ed informazioni più o meno imbevute di aggressività e di violenza, riusciamo con coraggio a resistere, appunto, e ad andare verso "il sol dell'avvenire", che perlomeno brilla di speranza. È proprio grazie a questo tipo di racconto e di riflessione, che in questi tempi difficili ci è ancora possibile accogliere un cinema vettore di valori, come risposta a quella barbarie e volgarità che dalla finzione inquinano la nostra realtà. Una realtà già molto colpita...