GRANDE RAFFAELLA CARRÀ!!

 

Rinnoviamo d'emblée, con semplicità e grande affetto - dopo una prima pubblicazione sul nostro "menu completo" - il nostro più caro saluto ed il nostro immenso grazie alla mitica Raffaella Carrà, scomparsa il 5 luglio 2021... storica e "maravillosa" donna di spettacolo a tutto tondo, sempre nel nostro  cuore !

 

Carra tuca

 

E poi proviamo a completare qui, in italiano, quanto esposto nella nostra pagina francese corrispondente. Ovviamente (ci mancherebbe !) tutto e più di tutto è stato ricordato di Raffaella - y siempre se recuerda - sui vari media a disposizione, spesso in maniera elegante ed egregia... E non potrebbe essere altrimenti nei confronti di una vera stella (più che star) di energia tutta latina, famosa su larghissima scala e particolarmente popolare da noi (quando scriviamo "da noi" su pagina italiana sì, certo, significa "in Italia"!), in Spagna, sua seconda patria, e in America Latina.

E allora, cosa aggiungere o ribadire ancora ? Beh, "info choc" a parte, la voglia è tanta, anche da parte di "Cultura & Salute" di salutare a modo nostro questa specialissima, per non dire unica, signora della TV... Dichiaratamente imbarazzata, la Carrà, quando la si definiva "regina" (della TV o della spettacolo)... Tra parentesi, quasi senza volerlo, in questi giorni abbiamo capito meglio quegli artisti che hanno sempre (e assolutamente) tenuto a questi titoli e quelli che invece preferiscono sentirli lontani con classe e col sorriso, pur meritandoli ampiamente (magari anche oltre i riscontri ufficiali).
 


Carra the voice

 

Ecco dunque, dopo qualche esitazione, un video - link a fine paragrafo - che ben documenta l'ultimo saluto, e che ovviamente non sembra vero. Tanto più che, come sappiamo, "Raffa" era riuscita - familiari e amici intimi a parte -, per le ragioni che possiamo capire, a mantenere il riserbo più assoluto riguardo al suo tumore ai polmoni (cause genetiche e danni del fumo). Una sequenza che proponiamo qui per vari motivi, e che i lettori francesi capiranno meglio attraverso ses sous-titres en italien... immagini e parole che danno l'idea di chi fosse Raffaella Carrà a chi, soprattutto per età, non potesse ancora capire questa "donna-vulcano". Oltre, naturalmente, all'amatissimo regista, autore televisivo, coreografo ed ex ballerino Sergio Japino - affiatato legame, sentimentale e professionale, successivo alla relazione con l'autore, conduttore e regista, scomparso nel 2017, Gianni Boncompagni -, presenti anche moltissimi colleghi.

Colleghi vip pieni di evidente dolore, anche dietro mascherina, che hanno trovato il coraggio di farle sentire la loro vicinanza anche così, concretamente e fino all'ultimo, nella più triste delle scenografie, che tanto stona con la professione e soprattutto con quella sua naturale e spontanea allegria. E sembra quasi di trovarsi lì, tra i giornalisti che ricevono risposte lucidamente commosse e provate, non lontani da personaggi-persone quali Pippo Baudo, Renzo Arbore, Milly Carlucci, Pupo. Arbore poi, genio in gran parte di una sana, italianissima, improvvisazione, a volte poteva permettersi di prenderla un po' in giro, come confida a "Sorrisi e Canzoni", proprio in virtù del contrasto con il di lei perfezionismo. Sappiamo poi che Arbore rimane teneramente fiero di averle per primo consigliato di cantare la rumba flamenca, più efficace del primissimo rhythm and blues della giovane show girl... Ma questi elementi, ben più leggeri, non sono presenti nel video che tanto colpisce, qui inserito per associarci anche noi con affetto e commozione.

Secondo altre logiche, tuttavia, seguiamo ora le piste del sorriso, perché - scusate la banalità - proprio Raffaella Carrà ha fatto tanto per trasmettere spensieratezza, che nostro dovere è anche (forse soprattutto) continuare a sorridere e ridere con quello che ci ha regalato negli anni, e che i nostri "nuovi" media (non ci abitueremo mai sul serio alle loro potenzialità) registrano e restituiscono rendendoli vivi più che mai.
Intervista LUISS della pagina "FR." a parte, primo bell'aperçu con un video del 2018. Perché non affacciarsi meglio,  e nel modo più carino possibile, al suo universo spagnolo, grazie alla presenza in studio, di fronte a Raffaella, di un suo giovane fan que la quiere muchisimo, al punto di tener habitación completamente empapelada con imagenes de Raffaella... Seguire per credere. Cliccare aquì, ovviamente e ad esempio, è un po' cercare di far fronte al nostro profondo dispiacere.

L'istinto materno di Raffaella, poi, insieme agli altri elementi che conosciamo, fanno davvero ribadire che tutti noi non potevamo che "adottarla", proprio come lei ha saputo adottare il suo pubblico sin dagli inizi: con tanta precisione, grazia ed eleganza. Il suo pubblico ma non solo: sappiamo che poteva mostrarsi affettuosissima, quasi materna, con quei giovani colleghi pronti a mille provini e al "grande salto", che sapeva ascoltare ed osservare, e di cui riconosceva gavetta, talento e sacrificio. 

 

Greco con carra e japino

Alessandro Greco tra Sergio Japino e Raffaella Carrà,
da lui definiti "genitori adottivi".

 

Pensiamo in particolare ad Alessandro Greco, conduttore di "Furore" - programma di cui Raffella era autrice - scoperto e sostenuto proprio dalla Carrà, e che ha rilasciato per "Sorrisi & Canzoni TV" un'intervista molto intensa in questo senso. Percorsi, emozioni e speciali ricordi a parte, vorremmo qui riportare, dal celebre settimanale citato, "Le cinque regole di Raffa", trasmesse ad Alessandro Greco e non solo. Ovvero, quelle raccomandazioni che per la nostra celebre, bionda maestra e rappresentante della "vecchia scuola" - a cui hanno aderito con successo alcuni già apprezzatissimi esponenti della "nuova leva" - costituiscono il vademecum, breve ma fondamentale, del perfetto (o anche solo del buon...) conduttore televisivo. 

1. Mai usare parolacce in tv, né sproloqui, né volgarità (incluse le espressioni entrate nel linguaggio comune...).

2. Distinguersi come conduttore... anche nel look: mai jeans (!) per Raffa, e sempre la giacca. (Ad Alessandro, non miope, aveva persino fatto adottare gli occhiali a lenti neutre, per più autorevolezza, vista l'età di fronte ai celebri concorrenti di "Furore"...). 

3. Rispettare sempre la puntualità: «È il nostro biglietto da visita e indica considerazione e rispetto per gli altri».

4. Lavoro, studio, preparazione: «Le cose non bisogna leggerle ma raccontarle».

5. Sapendo che il limite tra sfera pubblica e privata è sottile, «meglio rimanere defilati e non essere presenzialisti».

Insomma, con le sue regole, qui non sanitarie ma sempre molto sane... era è (!) sempre lei, Raffaella: donna di solidi principi da applicare e trasmettere con convinzione e dolcezza; ma anche, in scena e molto nella vita, un'artista estroversa, gioiosamente e "didatticamente" sensuale... Che scossa e che genio, in particolare, questo "Tuca tuca", specie se parliamo della simpaticissima ed importantissima partecipazione, a "Canzonissima" '71, di Alberto Sordi!...

E qui, proponiamo qui un video, in un salotto TV molto familiare... Uno spezzone Rai della bella trasmissione mattuttina "Dedicato", dalla durata un po' più lunga per la media di "Cultura & Salute", ma la sola presenza di Umberto Broccoli è un validissimo motivo per sceglierla. Naturalmente, gli altri interventi sono ugualmente interessanti (non fate caso alla conclusione, piuttosto brusca). "C. & S." ha preso nota, tra l'altro, della principale critica (ah, ce n'è una...) mossa ad una tivù che può anche apparire come "la tivù del dolore"... Abbiamo le idee abbastanza chiare in proposito: certamente, oggi, i momenti tivù purtroppo segnati dall'eccesso - e dalle sue conseguenze -, non sono pochi, in Italia e non solo. La critica, più o meno giusta o corretta cui, pare, la Carrà non facesse troppo caso, è sempre preziosa o comunque utile, specie in questo campo, quando si ha abbastanza umiltà ed intelligenza per individuare buoni appunti e valide dritte e tenerne conto. Al contempo, secondo noi bisogna anche saper valutare un tutto, un percorso, un insieme. Ovvero, in questo caso, ci troviamo di fronte a capacità e densità artistiche molto fuori dal comune. Al servizio di una tivù anzitutto umana e rispettosa, oltre che gioiosa (ben oltre il dolore... di chi rimarrà molto sorpreso), professionale e pulita. Una tivù chiaramente lontanissima da quel che possiamo ancora osservare, senza frontiere.

Il video proposto e a voi "dedicato", sottolinea, tra le altre trasmissioni, la recente trasmissione "A raccontare comincia tu" di Raiuno (che fa eco al titolo del suo celeberrimo brano "A far l'amore comincia tu", poi ripreso nel film di Paolo Sorrentino "La grande bellezza"). Delle puntate giustamente trasmesse in replica, un "talk show" in cui ritroviamo nella Carrà lo stesso garbo di un'altra grande signora (seppur dal percorso diverso) come Catherine Spaak, la stessa capacità a mettere a proprio agio i propri ospiti (e che ospiti!), valorizzandoli e dando loro voglia di esprimersi al meglio. Insomma, oltre alla Carrà ballerina e conduttrice, una Raffaella-giornalista, o meglio padrona di casa che sa perfettamente raccogliere confidenze e percorsi di vita, anche difficili. Una notevole qualità, che si fonde perfettamente a tutte le altre, ricordando allo spettatore l'importanza dell'ascolto e della parola. Per un genere televisivo talk, in cui il dolore o la sofferenza possono certo essere presenti, ma in altra forma. Un tipo di trasmissione e di dialogo di cui non ci stancheremo mai, fintanto che garbo, rispetto e vero interesse per l'altro (sincerità) saranno i veri protagonisti.

L'ultimo video proposto ci fa inoltre scoprire che, nella fase del rapimento di Aldo Moro (vedasi, su questo  capitolo, "Buongiorno notte", il film capolavoro di Marco Bellocchio), Raffaella Carrà ha cercato di far capire ai dirigenti Rai che proprio non sarebbe stato il caso di andare in onda come sempre. Specie cantando "Tanti auguri", la famosissima sigla iniziale di "Ma che sera", anch'essa gioiosamente anti tabù. Pur avendo lo spettacolo nel sangue, ha dimostrato intelligenza e coraggio, oltre che sensibilità e senso del dovere, au passage dando ancor più senso all'allegria, quando è possibile. E, comunque, ricordiamo qui che si tratta qui del brano forse più ironico (e serio!...) di Raffaella, dal testo che fa sempre sorridere, che difende diritti e indipendenza femminili. Anche qui, un bel coup de pouce in anni difficili su questo piano, contributo che rientra in quella necessaria e gioiosa spinta libertaria cui anche Mina, in particolare, ha così efficacemente preso parte. Tra parentesi, non per tutti i versi, ma su qualche punto essenziale, la questione sentimentale e oltre, in Occidente, oggi può apparire anche completamente ribaltata, nel bene e nel male; mentre, sicuramente, per lungo tempo questi "aiuti artistici" non sono stati di troppo!

Tornando al nostro percorso-ritratto, in tempi molto più recenti, e precisamente nel 2001, "Raffa" non poteva che accettare anche la conduzione del Festival di Sanremo (affiancata da Megan Gale, Massimo Ceccherini, Enrico Papi e Piero Chiambretti, con lei nella foto; e ovviamente con la regia, qui meno ottimale per molti, di Sergio Japino). Punto, questo, che forse rivedremo proprio nel nostro spazio "Canzoni & Chansons" dedicato al Festival.
 


Raffaella carra e piero chiambretti sanremo



Intanto, però... ma sì: aggiungiamo qui il video-link del collegamento TG1 con Lilli Grüber, poco prima della finale per la classica intervista di Vincenzo Mollica dal balconcino Ariston, con la nostra entusiasta padrona di casa. Attenti anche all'incursione in sala stampa, dove Raffaella canta la sua sigla speciale e con lei riesce a far cantare tutti i giornalisti. C'est quelque chose, o, se preferite, "Carramba, che donna!". 

Poi, se pensiamo che, a lungo, "Raffa" è riuscita a convincere (con prospettive di vincita) i telespettatori a cercare di indovinare il numero preciso di fagioli al centro di "Pronto Raffaella" (1983-1985) - nell'aria, ci sarebbe stato il progetto di un "È pronto, Raffaella?", gastronomico! - far cantare può sembrare un gioco da ragazzi, in ogni occasione! Che, comunque, con lei resta un gran spettacolo.
 


Raffaella e i fagioli



Alla fine del video finale, nella sua "Che tempo che fa", del dicembre 2018, è proprio ai fagioli che Fabio Fazio fa giocosamente riferimento, mentre annuncia la pubblicità (che resta contenuta in Rai, e assente o quasi in questi video-web). Ma voi potete ripassare con attenzione tutto quel che precede, ovvero questi professionali quanto affettuosissimi dodici minuti di dialogo, particolarmente interessanti e simpatici (e dalla durata più corta della media).

Che si tratti di scherzare - ma no, è una cosa seria! - sugli spaghetti al tonno preparati ad ogni vigilia di festa, quale tradizione portafortuna "rubata" al grande Marcello Mastroianni o, tra altre cose belle, che ci si soffermi sul rapporto con la Spagna e con il pubblico a lei più caro. Italiano, spagnolo o latinoamericano. Anche se, a quanto pare, è dalla Spagna che, per lei, provengono più riconoscimenti ufficiali... Sicuramente, comunque, gli italiani hanno espresso in modi forse un po' diversi, ma ugualmente calorosi, la loro particolare vicinanza alla regina della tv, elegante quanto popolare, detentrice (e sono premi italiani più che ufficiali) di ben quattordici telegatti. Per chi, comunque, volesse addentrarsi un po' nella caratteristica alternanza TV Italia-Spagna e nei programmi corrispondenti, a volte paralleli come "Hola Raffaella", ecco un link utile in questo senso, prima del video indicato, che trovate qui sotto, su una delle più felici ospitate e "chiacchierate" della Carrà da e con Fabio Fazio, per noi.
Grande e viva sempre, anche se diversamente... Evviva Raffaella!






Raffaella carra in rosso bacio