Maurizio Landini della CGL è stato ospite di Fabio Fazio, a "Che tempo che fa" del 14 maggio scorso:

«Che prospettive può avere un giovane oggi? Io penso che se gli propongono mille euro al mese per dieci ore al giorno, fa bene a rifiutare: sono condizioni che non si possono accettare, che non sono da paese civile […] Il Primo Maggio partì nella metà dell'Ottocento negli Stati Uniti, quando si facevano 12 ore al giorno e i lavoratori rivendicavano otto ore per lavorare, otto ore per dormire e otto ore per svagarsi e vivere dignitosamente. Io penso che siamo tornati in una situazione simile. E visto che adesso, nel mondo, i lavoratori devono competere fra loro per vivere, penso sia giunto il momento che ognuno usi la propria intelligenza per costruire un mondo diverso, che non sia fondato sul profitto e lo sfruttamento delle persone!».

Il 18 luglio scorso, è ospite del talk politico "Filorosso", sempre su Rai3:

 

Landini foto


Manuela Moreno: - Per sostenere i lavoratori del turismo è in atto un bonus pari al 15% in più in busta paga per notturni e straordinari. Questo è un buon segnale, no?

Maurizio Landini: - Siamo alla logica dei bonus. Qui c'è bisogno di cose strutturali. Non c'è bisogno di specchietti per le allodole. Abbiamo sentito cosa diceva la lavoratrice [reportage precedente]: formalmente sei assunto part-time, cioè non sei assunto per 20, 24 ore; e poi il resto delle ore le devi comunque lavorare, a volte pagato in nero... e non c'è alcun controllo!

Io nei giorni scorsi sono stato in Sicilia per un'altra iniziativa. Se prendiamo la provincia di Ragusa, siamo di fronte al fatto che gli ispettori del lavoro che dovrebbero arrivare non arrivano. Ce ne sono tre o quattro in tutta la provincia. La stessa cosa vale per Catania. Quindi siamo di fronte ad una situazione in cui quelli che non si comportano seriamente non applicano i contratti. Non applicano le leggi, fanno delle furbizie, la passano liscia perché a quel punto nessuno li controlla, perché vince addirittura la logica che se uno è furbo fa così. Addirittura il pagare le tasse diventa un pizzo.
Quindi passa la logica che bisogna arrangiarsi, in questo caso anche a danno di chi lavora.

Allora io credo che il problema adesso non è semplicemente qualche maggiorazione sugli straordinari. Perché uno dovrebbe vivere senza bisogno di straordinari, no? Uno dovrebbe vivere dignitosamente con gli orari di lavoro che normalmente fa (...). Il punto qui è pagarlo regolarmente per le ore che fa. Io continuo a pensare che il nostro paese, è un paese in cui il turismo, la cultura, la storia, sono elementi fondamentali, ma non si fa mai sistema. 
Io penso che sarebbe interesse anche degli imprenditori, che seriamente vogliono fare questo lavoro, di muoversi in una certa direzione.
Stiamo proprio chiedendo anche agli imprenditori seri di combattere insieme a noi quelli che fanno furbate come il lavoro nero o il pagamento fuori busta. Bisogna formare e pagare.
Sono centoventimila i giovani italiani che ogni anno vanno all'estero perché lì pagano meglio, perché li trattano meglio, perché si realizzano nel lavoro che fanno ["meglio" ma spesso non ancora abbastanza e non solo sul piano del salario – inadequazione con le qualifiche, contesto e condizioni, organico in deficit ecc. - poiché mondializzazione e libero mercato, con la loro massimizzazione dei profitti, hanno standardizzato certe gestioni e metodi manageriali in modo assolutamente trasversale. Bisognerebbe pensare a queste regressioni in termini al tempo stesso nazionali ed internazionali per poter sperare di fare dei veri passi avanti. Non commentiamo oltre, cari lettori: essendo anche qui il discorso molto chiaro e lucido, non ci resta che meditare...].