FOCUS AFGHANISTAN

Quasi senza accorgercene, abbiamo a disposizione più di un documento audio in italiano (in corrispondenza a quel che abbiamo ascoltato nella pagina "FR." di questo focus)... Potremmo non proporvi il primo, perché purtroppo i primi fatti di Kabul, col suo dramma in corso, ormai li conosciamo fin troppo bene. Ma, pensando anche agli amici francesi, e alla tristissima quanto ottima sintesi italiana in questione, da parte di "un gran classico" quale il TG1, non potevamo rinunciare alla chiarezza (e professionalità) di questo ripasso riguardo un attacco dalle mille conseguenze. Nuova egemonia e dittatura inaccettabili per chi le subisce ad ogni livello, senza poter sempre (e soprattutto) fuggire (resistenza impossibile, cf. audio "FR"). Si pensi anche a chi, solo per ragioni di età ad esempio, deve restare...

Dans ce premier extrait du TG1, sont décrits les principaux faits ayant caractérisé la prise de pouvoir des talibans ; un épilogue non surprenant (cf. "C dans l'air", page "FR.") et d'autant plus dramatique. Épilogue aux quelques "bonnes promesses" officielles, dont on ne saurait être dupe ("un peu" trop tard), entre un témoignage et l'autre... Des faits et des agissements que nous connaissons, mais que "C. & S." repropose ici : il n'est jamais superflu de se souvenir de moments comme celui-ci qui, où la loi de la peur d'un côté, et le manque de courage politico-éthique de l'autre (soumis à quelques grands intérêts, après exploitation des ressources) auraient permis sans entraves au groupe islamiste de s'imposer à nouveau, et sans peine (avec, même, la bénédiction du Président en place, et en fuite). Riascoltiamo dunque come, tra i vari media internazionali, sotto choc, il TG1 riassume e trasmette l'idea concreta del pericolo (eufemismo): per il popolo afghano, costretto a restare, per i connazionali e per tutta la popolazione civile occidentale coinvolta.

 

Tg1 logo

 

C'è forse poi chi vuol addentrarsi in un aspetto particolare di questa bufera - o piuttosto... di «tsunami che travolge la città» che ci travolge tutti (quasi quanto il "Covid", potremmo dire...!) - chiedendosi ad esempio come è possibile che, con i loro mezzi, i talebani riescano a finanziarsi così bene (comment les talibans parviennent-ils à se financer, précisément ?). Precisioni in questa "scheda", sempre dal TG1.
 

 

 

Ed ora un'incursione o zapping sul primo canale pubblico spagnolo, TVE, tanto per convincersi meglio e su scala internazionale (se ce ne fosse bisogno!) che, a detta della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen , « there're no political talks with the taleban ». Oltre che per riascoltare (e ribadire) tutta l'importanza degli human rights, e le sofferenze delle vittime, spesso donne, costrette a far enormi passi indietro, come sappiamo senza mai poterci arrendere all'ingiustizia e alle sue conseguenze, in un contesto di odio e guerra.

 

 

A proposito di donne e anche se già conosciamo i molti esempi che, giustamente, sono portati alla luce dai vari media... Visto che questi messaggi non sono mai troppi, (ri)ascoltiamo, sempre in modalità puramente audio, per più concentrazione, queste donne, con le loro voci, la loro disperazione ed i loro appelli, espressi con tanta urgenza e semplicità. Donne bellamente ("bruttamente"!) ignorate (ma da chi ?...), cui si vieta l'accesso al luogo di lavoro, anche "vestite a modo". Una popolazione femminile, e popolazione tout court, di varie età e classi sociali, che anche qui dimostra grande coraggio, rivolgendosi sia a noi che alle altre donne afghane. Se vogliamo dirla così, per tutte le donne e gli uomini degni di questo nome... non è difficile mettersi al loro posto, e stare dalla loro parte.

 


With women

 

E noi destinatari saremmo i "fortunati", con qualche virgoletta: in fondo (pur in modo diverso e fatte tutte le dovute, importanti differenze) anche qui, nel nostro caro Occidente civilizzato, da troppo tempo, e sempre con certa omertà (altra vera questione) restiamo in primissima linea per i troppi femminicidi occidentali. Incredibile ma vera, ad esempio, nonché tristissima in tutta la sua utilità, la dolce voce off nei nostri supermercati "FR." (e "IT."?...). In sintesi, tra accattivanti nuove promozioni e allegri jingle, si ha diritto a: « Vous êtes une femme victime de violences ? Réagissez : appelez vite le 3919 !!... ». Pensando anche alla necessaria prévention (oltre a tutta la problematica riguardo evidenti sanctions !) proprio in questi giorni in Francia abbiamo avuto conferma, grazie ad un doveroso studio - ma, si sa, la questione supera ampiamente i nostri confini -  che un video su tre accessibile su You Tube "propone" (di fatto sottopone/impone) un'immagine degradante della donna (se abbiamo ben memorizzato le proporzioni... comunque vedasi triste link in questo senso, che rileggeremo anche noi!).  Che poi, per questa grave, generale "infarinatura" maschilista e antisociale, si debba incriminare in modo particolare questo tipo di social (che, su altri piani, evidenti, osiamo considerare un po' a parte), sarebbe un altro (importante) discorso. Specie se notiamo che sono escusi dall'étude gli altri innumerevoli spazi web, videogiochi ad hoc, film violenti o semplicemente "poussés" ad ore "di famiglia", pubblicità su qualsiasi supporto. Chi si scandalizza più (da tempo, ora che ogni "censura" (sano controllo!) è ciecamente e comodamente bandita... secondo un eccesso opposto da rivedere, che però mai e poi mai potrà "scusare" o ammettere alcun tipo di rigorismo religioso o intolleranza).... chi è scioccato, dicevamo, o ammette di esserlo, di fronte ad enormi, tanto facilmente "accattivanti" affiches super sexy, spesso spudoratamente volgari (tranne eccezioni), da poter guardare - o ignorare sdegnati - aspettando i mezzi pubblici ? Ripensandoci, solo negli anni, non lontanissimi, degli audaci "esperimenti" grafici di Oliviero Toscani, per conto di Luciano Benetton, ci si poteva ancora stupire un po', quasi sempre con una certa curiosità (che in sé, sarebbe anche positiva). Vive la provoc', y compris pour elle-même ou presque... : accepter, c'est plus simple. Ma ci vuole questo, con le sue visibili conseguenze, per distaccarsi, appunto, dallo spirito dei dettami rigoristi?!
Le nostre varie influnze ed un linguaggio aziendale ormai hautement décomplexé anche sui prodotti (e in fondo sugli argomenti) più intimi, in virtù dell'idea di "democrazia" e della "libertà" (e del "concetto" di vendita soprattutto) sono tutto tranne un deterrente a tremendi comportamenti di coppia. Atteggiamenti che cominciano en douce, spesso con silenzi e indifferenza, per finire con i passages à l'acte che sappiamo. Nessun condizionamento sociale in contesto capitalista va relativizzato. Abbiamo perso il senso della misura, del pubblico, del privato e dell'intimo. E non possiamo stupirci se spesso le conseguenze sono estreme. Né del fatto che le giovani generazioni non se ne accorgano o non abbastanza, perché non hanno vissuto quei momenti clou di transizione, e perché il prezioso dialogo e scambio tra generazioni, oggi, è fragilissimo, pressoché inesistente. 

Tornando in Afghanistan... il nostro prossimo file è sempre un échantillon del TG1. Dopo una prima parte riguardante un contesto afghano devastante e ancora dei diritti umani da dire, ribadire e far risorgere (!), si pone l'accento sull'annuncio, da parte del ministro degli affari esteri Luigi Di Maio, di una sessione speciale del G20 fortemente voluta dal nostro Paese. Una sessione che possa essere interamente dedicata alla situazione in Afghanistan (e che interverrebbe prima dell'arrivederci (per dirla così) alla presidenza Mattarella, di fine ottobre...). La session du G20 entièrement dédiée à l'Afghanistan, prévue en septembre, nous semble "une très bonne idée" qui, on l'espère, aboutira à de vraies concertations et aux meilleures "solutions" possibles. Pour que mots, échanges et discussions aient un vrai sens, et une efficacité, face au non sens d'une violence facile et parfois extrême.  
 

 

Su un altro piano, comunque importante, vorremmo anche far (ri)sentire le parole di Gennaro Sangiuliano, Direttore del TG di Rai2 che, un po' fuori dal coro e dai discorsi convenzionali, fa ben presente il problema della mancata educazione dei talibani (speciale TG2). Di questi giovani (ragazzi, ragazzini, bambini o addirittura non ancora nati) che sono cresciuti con zero punti (e valori) di riferimento proprio negli anni in cui i soldati americani si sono lentamente insediati sul loro territorio... sapevano quel che sarebbero inevitabilmente diventati. Les USA et l'éducation manquée des talibans :


Tg2
 

 

C'è chi vorrà e potrà seguire, anche con un libro, il contesto afghano che purtroppo, come molti altri ma ora in modo storico, "Non è un film" (morceau de Gerardina Trovato, paroles et clip puissants, musique que l'on retient également). Magari lo farà leggendo "Afghanistan contemporaneo, dentro la guerra più lunga" di Claudio Bertolotti. Traduciamo sempre per quei lettori francesi che, per caso, si trovassero da queste parti...: « D'après les derniers événements, il y aura-t-il une issue à ce chaos et à cette guerre, d'après vous ? Ou s'agira-t-il d'une guerre permanente ? » Bertolotti répond qu'il imagine une évolution en guerre civile, possible seulement avec un renforcement du front de résistance, menée par Ahmad Massoud, Ou bien, sur le modèle iranien, l'émergeance et l'affirmation d'une hégémonie de nature théologique, prenant le dessus sur une prédominance à caractère politique. Le message est simple ici... juste une petite occasion encore, de faire "jouer" nos deux langues (sur ce qui est loin d'être un jeu, hélas), et de présenter les éléments indiqués. Avec notre dernier lien, voir en particulier « l'erreur historique des Américains ». Con l'ultimo link, vedasi quale sarebbe stato l'errore storico degli USA, forse in parte causa degli attacchi in corso... 
 

 


Aggiornamento finale, nel momento in cui riprendiamo la scrittura di questa pagina... 26 agosto: tra tre quarti d'ora il presidente americano Joe Biden si esprimerà. Non sarà facile (e sarà anche un momento cruciale per la sua presidenza) : come reagire... dopo questi ultimissimi attacchi-sorpresa da parte dell'Isis? Dodici marines uccisi in esplosioni che continuano... Non ci sono parole.  D'altra parte, questo speciale TG2 pone anche l'accento sulla situazione di tutti quei profughi che, in un modo o nell'altro, hanno cooperato con l'Occidente o sono comunque considerati, per primi e in larghissima parte, un grave pericolo per il regime. Fuggire dal proprio territorio in queste condizioni, spesso con famiglie e bambini da sottrarre a ugual minaccia, è un epico, disperato miraggio (a parte chi, benedicendo il cielo, ce la sta facendo con grande difficoltà per mano occidentale, comunque attenta a qualche, eventuale e talvolta comoda, "infiltrazione clandestina e sospetta" che possa seriamente ribaltare carte e percezioni d'insieme). L' altissimo rischio di essere fatti fuori senza se e senza ma, in un modo o nell'altro... Purtroppo non è una novità, ma sono sempre fatti (non saremo noi a dirlo) assolutamente "non banalizzabili", che ci riguardano e travolgono tutti... Tra le drammatiche testimonianze, anche quella di una madre, la cui figlia ha lavorato per una ONG. Figlia in enorme pericolo e a cui, senza sorprese ma non senza choc, non è stato possibile nemmeno ricaricare il proprio telefonino per dare sue notizie... Donne che si sentono - e sono, come sottolineato da loro stesse - fragilissime. Pur nel loro immenso e prezioso coraggio... cui probabilmente noi donne occidentali, non potremmo disporre nella stessa misura.


Ci sono dunque queste "situazioni" private orribili, e con questa nuova configurazione strategica c'è anche il rischio di una guerra civile, senza alcuna intesa - tanto meglio, supponiamo... - tra talebani e Stato islamico. Vi è anche più che mai l'urgenza, quindi - cf TG2 - di un fronte completo e compatto contro questo potere assoluto e terrificante: Europa e Occidente, USA Cina e Russia insieme...  In questa sede, Giampiero Massolo,  Presidente dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), fa notare l'importanza per l'Europa di prevenire ogni eventuale, improvviso ed ufficiale accordo tra Cina e Stati Uniti. Questi ultimi avrebbero ritirato le truppe - secondo un calendario sbagliato per il ritiro, secondo Massolo e viste le conseguenze - proprio per meglio dedicarsi al loro rapporto con la "potente" Cina (le virgolette sono tutto un programma, anche perché la parola "potenza" lo è altrettanto...).

E comunque, G20 e incontri imminenti a parte, mentre c'è chi teme soprattutto ondate di profughi, è davvero impossibile non pensare (ovvie "covidiane preoccupazioni" a parte) a tutte queste persone brutalmente in trappola, prigioniere del loro stesso paese. Una terra in cui non si riconoscono, difficile e di colpo ancor più estranea, nemica e fonte di angoscia, se non si è capaci di obbedire all'impossibile. Persone anche giovani, emancipate a gran fatica, "in gamba" e più, ed il cui rapporto, magari costruito a fatica, con l'Occidente (non privo di difetti e di amare regressioni) è sempre stato una sicurezza e una fonte di crescita e di speranza per il futuro.

Certo, ottimi e preziosi approfondimenti giornalistici a parte, i nostri media sono abituati - per dirla così - a passare da simili crudeli ed angosciosi contesti allo sport e al megasport (ormai solo quest'ultimo trova spazio come diversivo, fonte di "gioia" o soddisfazione), perennemente raccontato con enfasi o, peggio, con toni esaltati e... particolarmente insulsi. Scusate lo sfogo, da parte di chi, tuttavia, comprende forse molto più di altri la necessità di ogni essere umano di evitare troppa tristezza. Il dolore acuto del mondo, col suo spessore, ed il grido di chi soffre e chiede umilmente ed egregiamente aiuto, così lontano e vicino da noi... insieme al bisogno di vivere (non di "stra-vivere") ci hanno reso "schizofrenici" da molto tempo. Eccetto per chi, tutto d'un pezzo, non si è mai interessato a quest'attualità... Molto probabilmente, e a breve termine (almeno da un punto di vista ecologico) ci dobbiamo tutti salvare da qualcosa... essendo sulla stessa barca, esistenziale, storica e sociale. La barca esistenziale poteva bastare, però... perché niente è più ingiusto ed orrendo della morte. E di perdere qualunque persona a cui si è voluto almeno un po' di bene (il Covid ci aveva già pensato, ad insistere " a modo suo" su questo punto). Basta farci ancora e sempre del male. Basta considerare gli esseri umani, da qualunque parte essi provengano, come delle pedine schiacciate da interessi ignobili o miseramente inutili.

Ci fermiamo qui sperando, con questi "maxi focus" FR./IT., di non avervi annoiato troppo su fatti non proprio secondari... Anche noi, da cittadini, continueremo a seguire, naturalmente, la crisi afghana, con la sua violenza, le sue vittime ma anche con gli accordi internazionali in corso... Forse non potremo occuparci di altri aggiornamenti sul tema per "C. & S.", vista qualche nostra peculiarità che ben conoscete... In realtà, probabilmente saremo portati a parlarne ancora un po' anche noi, a partire da questa pagina (con futuri eventuali link) o in altri spazi. Avremmo già un'idea in merito per i nostri "Libri & Film" anche se, come voi, preferiremmo avere il potere di far cessare o meglio prevenire, ogni "conflitto", e soprattutto ogni guerra o maltrattamento, anche da lontano...

Intanto, quel che è certo è che le paure della ragazza che lavorava per una ONG (e di tanti, come lei), sono le nostre paure a tutti gli effetti. Come potrebbe essere altrimenti? Specie nella sofferenza e ad ogni latitudine, "Gli altri siamo noi", ("Les autres, c'est nous") come canta Umberto Tozzi, in un brano unico. Chissà quale può essere, esattamente, osiamo dire su altri piani, il vero potere di una canzone - o di due canzoni... e mezzo, nel caso di questo focus particolare - per "cambiare" o alleviare le cose... sensibilizzando, anche solo pochissimo, chi non vede o resta di ghiaccio? Diciamo pure "sensibilizzando anche solo un po'", per provare a "crederci" un pizzico di più. Ben sapendo, diktat "religiosi" e provvedimenti di vario tipo a parte, che è tanto, tantissimo, il lavoro da perseguire a livello cooperativo ed istituzionale, per una vera, profonda educazione al rispetto... per maggior giustizia e in direzione di sani rapporti sentimentali (!).  Un'utopia finora ancora impossibile nei confronti dei cosiddetti "studenti di religione" (!), lontani anni luce da ogni idea di educazione e di realtà scolastica (cf. Gennaro Sangiuliano che va alla radice). Ma è lecito sperare (e resistere). Anche pensando alle rivoluzionarie scuole per le ragazze... che proprio non si possono veder scomparire, insieme a tanti sforzi e progressi per una prima emancipazione... Volendo poi semplificare, se possibile, sull'utopia di principio e di uguaglianza uomo/donna, o almeno di maggior rispetto verso quest'ultima... hanno prevalso gli interessi di tanti e il potere facile, secondo logiche e priorità mondiali. Interessi che hanno portato a questa micidiale impasse, e che tutt'ora costringono alla fuga chi può e riesce a fuggire... Un contesto di disperazione complesso, anche perché "osservato" da Stati Uniti, Europa, Cina e Russia (chiamati più che mai, ora, a far fronte comune contro l'Isis. Cosa non scontata...). Di sicuro, le mosse dell'Unione europea - e non solo - saranno tutte da seguire.

 


          Visage de femme afghane          Couple afghan