SANREMO 2023
In una sola, lunga pagina... ;)
Aspettando l'Eurovision...
clicca sulla foto per (ri)ascoltare il vincitore,
Marco Mengoni con Due vite
C'è chi muore, chi prova tanto dolore... c'è chi aspetta e prega sotto le macerie, e c'è chi canta o prova a cantare "ugualmente" o parallelamente. Il nostro è un inizio un po' insolito e provocatore per questa edizione 2023 "post covid", in cui però un pizzico di prudenza non è mai troppa, tra folla e folle, secondo scienza e coscienza, anche quando gli strascichi delle nostre buone regole si sopportano con maggior difficoltà.
In realtà – regolari appelli per fondi e aiuti solidali a parte, supporto materiale che davvero proviene in primis dall'Italia - la "grande macchina sanremese", pur con i suoi tradizionali, notevoli, riscontri commerciali, suscita sempre, per un motivo o per l'altro, anche una pioggia di tenerezza e soddisfazione. Sembra infatti, vedasi un intero servizio del TG3, che la nostra proverbiale rassegna canora si stia molto ben riprendendo, riappropriandosi anche quegli spazi e luoghi chiave dei sacrosanti dietro le quinte. Una piazza Colombo risuscitata e "piazze", luoghi di incontro promossi - tra interviste, speciali intervistine e... silenzi "molto classe e molto Blob" - a veri e propri... "davanti le quinte", protagoniste di gustosissimi collegamenti vari, comme au bon vieux temps. Una promozione a pari merito con canzoni di vario respiro e consenso, che viaggia a pari merito con spettacolo, imprevisti e sorprese, bien sûr.
E poi, e poi... aggiungiamo ancora due cose, tornando un attimo a Siria e Turchia. Sur place et pour un secours immédiat, i soccoritori italiani, efficienti e simbolo di speranza, non sono mancati con la loro ferrea perseveranza e la loro evidente, inevitabile commozione per tutti coloro, bimbi compresi, che hanno potuto trarre in salvo, bébé di sette mesi e madri comprese... Nello stesso tempo, a patto di interessarsi sufficientemente e adeguatamente all'attualità di ogni essere umano, vicino e lontano («anche restasse un solo uomo», intonava il cantaprofessore Vecchioni, vincitore a Sanremo 2011 con la splendida "Chiamami ancora amore"), certamente non è vietato vedere, ascoltare, leggere, apprezzare Sanremo: fargli onore come sempre, pur tenendo presenti (e non imitando lo struzzo...) qualche difetto o eccesso certainement à corriger.
In altre parole e in nome della tradizione, ma anche della modernità e dell'unione tra generazioni, possiamo assaporare l'atmosfera festivaliera in quel che offre ancora di più genuino. Sanremo è sempre una festa, che per certi aspetti è anche un carnevale pas comme les autres. Ma se ci pensiamo bene, è anche e soprattutto un (bel) canto d'amore, individuale e collettivo (una curiosità: "amore" è proprio il sostantivo più usato nei testi del 2023, ripetuto ben 39 volte, a pari merito con "cuore/cuori"). Anche un contenitore di pubblicità, certo (vedasi certi orari impossibili declinati in cinque serate...), ma si tratta soprattutto di un concentrato, di un megafono di problematiche (nel senso di veri problemi) sociali e attuali rilevanti, che quest'anno sono arrivati soprattutto dalla parte dello spettacolo. Messaggi che investono... anche il look, vettore di sfogo. Citiamo solo, per chiarezza e semplicità, senza possibili interpretazioni a doppio taglio, la bianca stola dell'imprenditrice e influencer Chiara Ferragni, con la sua scritta-esortazione "Pensati libera", un attimo prima di scendere la famosa scalinata. Abbiamo uno sguardo più nuancé o sfumato riguardo ses autres tenues, ma qui soprassediamo ad ogni giudizio...
Messaggi che hanno riguardato anche il tema molto sentito della tarda maternità, tramite la bravissima attrice Chiara Francini. La giornalista di classe e altra co-conduttrice Francesca Fagnani, poi, nella seconda serata ci ha parlato della situazione nelle carceri: «In Italia [solo in Italia? Motivo in più...] la prigione serve solo a punire». Mentre come dimenticare Roberto Benigni, che sin dalla prima serata ha celebrato, con fare tutto suo, i 75 anni della Costituzione... potendosi rivolgere direttamente, e per la primissima volta nella storia del Festival, ad un presidente della Repubblica italiana.
E che presidente! Un capo dello Stato, come già anche da noi documentato, lungamente applaudito alla Scala di Milano al seguito della sua rielezione. Un presidente che di nuovo, è stato lungamente applaudito, potendo questa volta applaudire a sua volta. Inutile aggiungere che Sergio Mattarella rimarrà nella storia del festival anche per il suo dolce sorriso al tempo stesso serio e divertito all'ascolto del brillante intervento di Roberto Benigni. Benigni che, con fare molto efficace, ricorda e sottolinea: amiamo soprattutto l'Italia che ripudia la guerra (art.11), e quel Bel Paese – sempre tramite il nostro testo costituzionale coredatto da suo padre, Bernardo Mattarella – che promuove, per artisti e non, il diritto alla libertà di espressione (art.21), comprendente altre libertà.
E, dopo queste doverose premesse, proseguiamo con "la cronaca" in musica di Cultura & Salute. Avrete sicuramente già cliccato e ricliccato, cari amici italiani e francesi (e non solo da noi) sulla canzone vincitrice, ergo, in contemporanea sull'interprete che sappiamo, il Big, molto mediterraneo, Marco Mengoni. Che, dopo il vicino e lontano 2013 fa il bis piazzandosi ancora in testa alla classifica. Vittorie meritatissime, vista l'alta suggestione che caratterizza anche questo suo ultimo brano, "Due vite". Un pezzo dal ritornello che resta: melodia e poesia dovute anche alla bravura dell'orchestra sinfonica di Sanremo. Orchestra che, come sottolineato dal talentuoso maestro Leonardo De Amicis (foto sotto), festeggia i suoi venti anni di partecipazione al Festival. Evviva l'orchestra ed i suoi direttori d'orchestra, che non smettono mai di provare, sin dai primi di gennaio sino alla vigilia della grande diretta... E che davvero rende speciale ogni tipo di esibizione.
Un altro anniversario, proprio in questo 2023 o in questa 73esima edizione del Festival, è quello del teatro Ariston di Sanremo, che compie 60 anni. Dixit Walter Vacchino, intervistato per "Unomattina" proprio davanti al teatro-cinema più amato dagli italiani.
E sempre da questa postazione privilegiata, per RaiUno vanno giustamente intervistate – in barba ad un certo Blanco e alle sue timidissime scuse – le responsabili degli stupendi fiori di Sanremo.
Tornando al piano musicale, da sottolineare l'intensa esibizione degli immensi Pooh, quanto il gioioso successo, ovviamente fuori gara (!) - corrispondente al picco d'ascolto, con 17 milioni di telespettatori - del «pazzesco» (stando alla presentazione di Amadeus) trio Gianni Morandi, Al Bano, Massimo Ranieri. E confessiamo: ad ora non abbiamo proprio colto l'orecchiabilità – o meno – di molte canzoni, tranne eccezioni che infatti si ritrovano in testa alla classifica. Secondo posto a parte che, almeno per ora, ci sembra degno di un sintetico quanto momentaneo "no comment", siamo contenti (del primo, si capisce e...) del terzo posto (avrebbe meritato anche di più) andato a Mr Rain – che compone canzoni d'inverno, meglio se sotto la pioggia! - ed ai "suoi" bambini. Il messaggio di "Supereroi" (che strizza felicemente l'occhio anche ad un altro linguaggio), in un gentile paradosso molto educativo, è di non esitare a chiedere aiuto, a mostrare le nostre debolezze quando ce ne fosse bisogno. Saper far squadra, insomma, nel miglior senso del termine, bien sûr, e in modo intergenerazionale.
Ma quante cose ci sarebbero da dire, ancora, su un Festival che è stato più volte definito a dir poco meraviglioso (in un contesto internazionale che più difficile non si può... vedasi importante lettera del presidente ucraino Zelensky per voce di Amadeus). Un festival o, se preferite, festivàl, piacevolissimo al di là della sua maxi-durata (ognuno sa come difendersene...) e sempre gradevolissimo anche grazie all'intervento comico-intelligente di Alessandro Siani. Non da meno il "post festival" del caro Fiorello con "Viva Raidue" speciale diretta ovvero speciale notte (seguito da differita le lendemain matin...).
Molte di queste esibizioni e di queste note ci piaceranno sicuramente tra qualche tempo (che volete, in materia di musica bisogna anche saper aspettare, al di là di ogni radio-bombardamento o mercato...). Per cercare di rimanere "abbastanza sintetici" (!) e dunque per una miglior leggibilità, aggiungiamo che, alcuni loro video a parte, a tratti purtroppo inguardabili, ci è particolarmente piaciuto il gran ritorno delle sorelle milanesi Iezzi, meglio conosciute come Paola e Chiara (che energia o meglio che "Furore" sempre e comunque, e che bel ritornello alla "Festival"!) e, per quanto riguarda i duetti – strabiliante e vincente "Let it be" di Mengoni a parte – ce ne sono piaciuti moltissimo due, a pari merito. Trattasi di quello, pieno di "Luce", di due regine della musica come Giorgia ed Elisa (effetto coro compreso) e dell'altrettanto luminoso duetto del promettente Will col grande Michele Zarrillo, a favore dell'intramontabile "Cinque Giorni". Oltre che con i video, illustriamo con foto :)
Dulcis in fundo: il coraggioso quanto doveroso brano, e poi anche video di Tananai, "Tango", tutto dedicato all'Ukraina, alle sue vittime ed alle sue «palazzine a fuoco». Il successo comincia e prosegue in strada, e cioè grazie agli artisti di strada, e soprattutto di talento, che magari un bel giorno fanno un incontro speciale (!), circondati e "protetti" da un mare di giovani, uniti da calde note e parole.
In virtù di questi... "momentissimi", musicali e non, possiamo dunque concludere con un viva RaiUno col suo Festival, viva RaiDue col suo Fiorello, viva la grande musica che va sempre adeguatamente riascoltata e viva NoiTutti (o quasi) che sempre cerchiamo il miglior modo di seguirlo e capirlo, anche in contesti particolarmente duri. Ciò detto, appuntamento all'anno prossimo, rendez-vous à l'année prochaine, chers amis !!
Perché Sanremo è Sanremo, no?!...