FESTIVAL DI SANREMO 2025
Come non ricordare? Parappa pappa papà... sì, è proprio lo stacchetto (tratto da una stupenda canzone-sigla) firmato/a dal geniale, compianto, Maestro Pippo Caruso, tanto legato ad un altro Pippo, ovvero Pippo Baudo... Se Sanremo è sempre Sanremo - così sacro ed immortale da farci risvegliare da certo torpore editoriale ! - il parappa citato, e a cui tutti restiamo affezionati, non suona sempre allo stesso modo... Oui oui, si prende una pausa, e lascia spazio ad un nuovo jingle. Tratto da "Tutta l'l'Italia", ascoltate pure il pezzo intero, di quasi tre minuti, e ammirate quella Gioconda con tanto di chitarra, una Gioconda che però sta a Parigi, come dice il brano... Nemo propheta in patria!
Mais entrons dans le vif du sujet. In sostanza,, parliamo subito di canzoni e di cantanti. Vincitore Olly... e chi lo conosceva? Scherziamo un po', évidemment. Abbiamo saputo che cederà il suo posto all'Eurovision Song Contest al secondo classificato (e alla sua "Volevo fare il duro", titolo che ci dà un po' fastidio ma vabbè, non specifichiamo): ovvero all'originale, simpatico e tenero cantautore arrivé deuxième, Lucio Corsi (en "clown blanc" ci-dessous), che ha avuto l'idea straordinaria di duettare proprio col nostro mitico Topo Gigio. Un Gigio elegantissimo che, somptueux piano blanc aidant, si è messo subito a cantare (e a suonare!) con la sua immutata, proverbiale e specialissima vocina, e poi letteralmente a "volare oh oh" nel suo bel teatrino!
Festival e poesia
Tra le nuove leve - a parte Corsi che in realtà pare abbia dietro di sé una solida gavetta, e speriamo che non cambi... - ci è piaciuta Serena Brancale, che cantava e suonava en même temps su un palco che rimane particolarmente affascinante benché sempre difficile per ogni artista, giovane o plus âgé. "Il nostro voto" è buono anche per Bresh, sorridente e molto più semplice di tanti suoi colleghi, e che ha dovuto ricominciare tre volte - direct oblige ! - il "Crêuza de mä", per il suo duetto con Cristiano De André (figlio di Fabrizio). In quanto a Willlie Peyote, non ci ha (ancora ?) convinti come cantautore (mah...). Stessa cosa per Brunori Sas, comunque arrivato terzo. Mentre il testo di Simone Cristicchi (forse un "cinninin" immodesto nelle multinterviste festivaliere) - intitolato "Quando sarai piccola" - ha fatto ancora centro, e sta già in piedi senza musica. Con poesia e delicatezza, ci fa immergere nell'importante tema dell'invecchiamento - e spesso ben più... - dei propri genitori, e in quel loro volerci bene, generale, così prezioso e profondo, tutto da restituire.
Doveroso quanto incantevole, poi (e soprattutto!), il duetto fuori gara, tra la palestinese Mira Awad e l'israeliana Noa, niente popodimeno che sulle note di "Imagine"... La costante attenzione per la tragica attualità, quella sensibilizzazione rivolta tutti, è una qualità di cui il Festival può andar fiero (e praticamente mai usiamo questo aggettivo così in voga, in Francia soprattutto).
Jovanotti "positivissimo" ed acclamatissimo a Sanremo 2025
Jovanotti [le roi du rap mélodieux et romantique, inventé par les Italiens, il faut le dire], la sua performance teatrale in ogni senso e le sue batterie di mille colori appena fuori dall'Ariston, ci hanno letteralmente incollati allo schermo. Dopo più di trent'anni di carriera, il suo sorriso e la trascinante energia sono decisamente immutati! E allora, viva il superospite Jove (Lorenzo Cherubini), e viva anche la nuova leva che a lui si ispira. Pensiamo a Clementino, che rima con carino, bien sûr, come a Rocco Hunt (che infatti ha ben duettato con l'amico), che torna in gara quest'anno, da papà, dopo essere stato giudice a "The voice" e dopo tante altre cose belle e meritatissime :) Ascoltate il pezzo di quest'anno, "Mille vote ancora", e se non lo conoscete (pensiamo agli amici francesi che sicuramente cercano di leggerci...), ascoltate prima il brano che ha fatto il suo successo, ovvero la geniale "Nu juorno buono". Buono (ancora una volta!) a sapersi: nella storia del Festival c'è sempre, ma proprio sempre, un "elemento" napoletano o semi-napoletano (canzone in italiano e dialetto), ed ecco, a parte tutto, quel che Rocco Hunt ha dichiarato ai suoi fedeli ascoltatori, tramite "Sorrisi e Canzoni TV" : «Voglio dare un monito alle nuove generazioni: state lontani dalle armi e dalle cose brutte».
Bene, ed ora, possiamo dire anche cosa non ci è piaciuto? Anche se ne comprendiamo ancora il desiderio... non ci è piaciuta... diciamo... "la pubblicità molto calcata per le crociere" (et ce n'est pas la première fois, c'était encore plus souligné avec Amadeus), nella nostra ormai "Mort Méditerranée", molto più che "Mer Méditerranée" !! Ed è proprio questo il punto.
"Le poltrone ed i sofà di qualità", poi (diciamo così), per fortuna non sono stati promossi come sponsor ufficiali del Festival, meglio Suzuki (aïe anche ai bravissimi conduttori che si sono però generosamente e sans doute profumatamente - forse in buona fede... - prestati al gioco della recita ammiccante nei loro vari spot). Un marchio (quello delle poltrone eccetera) che è inno alla comodità. Un'ode che è ovunque, appunto con grandi madrine e padrini, mentre... Vabbé, saperlo (da più di una fonte) è già tanto, e non ci va di parlarne ancora, c'est la vie, en France comme en Italie...
Quante cose ci sarebbero ancora da dire! Certo, cinque serate son sempre tante (vi sveliamo che "dovremmo" ancora vederci le registrazioni - qualche piccolo morceau - del Dopofestival!), ma noi quest'anno siamo partiti con l'idea di offrirvi qualcosa di più sintetico (ci riusciremo? Forse a metà! Ai posteri l'ardua sentenza!).
Ed ora, che ne dite di proseguire con la sorprendente e charmante Marcella Bella, «forte, tosta, indipendente» col rischio di risultare anche un po' «stronza»! - come, in linea di massima (senza essere "str..."), dovrebbero essere tutte le donne, pur mantenendo la loro femminilità, quella che non guasta mai, anzi... A volte ci sentiamo bene proprio quando stiamo a cavallo tra modernità - ma non coi suoi eccessi - e un certo tipo di tradizione :)
À nos lecteurs français : découvrez aussi la récente et chorégraphique "Tacchi a spillo" ("Talons aiguille"), qui aurait été parfaite aussi pour Sanremo (pour compléter : Marcella est historiquement connue pour "Montagne verdi").
Marcella... Bella e tosta!
Il terzo classificato, Brunori Sas, non era terzo nelle nostre modeste pagelle. E ci è dispiaciuto vedere un grande, coraggioso, che si è rimesso in gioco, come Massimo Ranieri, finire in fondo alla classifica... anche se sappiamo che a Sanremo il podio conta relativamente (ricordi storici à l'appui, cf. Vasco Rossi).
In questo festival dei "cuoricini", Francesco Gabbani è tra i primi dieci in classifica (ottavo). E noi ovviamente facciamo sempre il tifo per lui. Stanco di fare compagnia ad un "gorilla" o di sfoggiare i suoi tipici maglioni color "arancevidenziatore", quest'anno ha preferito uno stile basico e classico. Come non apprezzare questo suo inno alla vita, "Viva la vita", che è anche il riflesso di una personalità raggiante e calorosa? Solo che, sauf que... quel "viva la vita così com'è" non deve significare ignoranza, incoscienza di fronte alle nostre esistenze, leopardianamente "costellate" di tante ingiustizie e sofferenze con cui faire avec. Talvolta siamo lontanissimi dalla perfezione e non ci resta che combattere, sempre per la vita ma per un'altra vita... Certo, sapendo sempre apprezzare anche le belle sorprese de notre vie, parfois si imprévisible. A parte questo - che, certo, fa pensare ad un certo recente brano della Mannoia, ancor più calcato in questo senso, e che strizza l'occhio al Vaticano - con Gabbani c'è la questione di un duetto, con Tiromancino. A proposito di quest'ultimo... Certes, il brano «parla di empatia, identità e rivincita», strizzando lo stesso occhio... già dal titolo "Io sono Francesco". Ma noi abbiamo sentito anche un verso che di sicuro non piacerà agli insegnanti (e a molti altri)... che peccato!
Ceci dit, "e poi e poi"... ecco che arriva (!) la mitica Giorgia, vincitrice nella serata dei duetti del venerdì e vincitrice tout court, nel senso di vincitrice morale, de tout le Festival. Giorgia Todrani, travolta (ma impermeabile alle accuse, anche senza l'aiuto del tenero papà!) da un'ingiusta polemica partita dal paroliere e produttore Mogol. Anche questo è Sanremo, purché ci si possa difendere al meglio dalle assurdità nate per farsi un po' di pubblicità, laddove tutto fa notizia. E dove il bello sopravvive ancora, per chi sa coglierlo. Sopravvive ma anche irrompe, di fronte alla bellezza dei duetti nel loro insieme, soprattutto.
Per la quinta volta da Big e trent'anni dopo la sua vittoria con "Come saprei", Giorgia è tornata a Sanremo con "La cura per me"... e questa volta siamo noi ad introdurre una (piccola) polemica... Perché il pezzo "La cura per me" è firmato da lei stessa e... da un certo Blanco (vero nome Riccardo Fabbriconi). E i nostri lettori si ricorderanno cosa aveva "combinato" Blanco sul palco dell'Ariston, prendendosela (con le maniere forti!) ai fiori di Sanremo. Secondo Giorgia, il reo ribelle sarebbe in realtà «un ragazzo profondo, estremamente sensibile». Mah! "Laissons perdre"... on en sourit avec cet italianisme, pour dire "laissons tomber", on ne peut tout comprendre... mais quelque chose nous dit que certaines maisons de disques jouent un rôle bien plus important que ce que l'on croit !

Notre note finale tourne encore autour de Giorgia, d'un point de vue purement musical. Siamo proprio in presenza di uno scricciolo ovvero, in senso figurato, di una persona piccola e gracile... che però, dans ce cas, ha in sé un'enorme potenza vocale. Una voce possente dunque, quanto graziosa, fine e tanto gradevole... Che rarità (perfetta interpretazione a parte) ! Per essere un po' più precisi, aggiungiamo che due versi sono particolarmente intensi, perché si fanno eco e perché quella "O" finale ("ti ho cercato/ti ho aspettato") è oggetto di un delizioso gorgheggio, un vibrato (tipico della vocalità di Giorgia), che ci invita a cantare à notre tour ! E la più grande bellezza di molti brani/racconti lirici in musica sta proprio in questo volersi gentilmente "appropriare" di parole e musica affinché restino davvero nel tempo (e ci aiutino in generale... cf "Cultura & Salute"...). Tutto ciò sarebbe ancor più vero se la quantità di canzoni che assorbiamo tra Sanremo, Talent eccetera, fosse "un pochino" più ridotta... Ma non lamentiamoci troppo di quest'abbondanza, che - "eccezioni" a parte ma sarebbe un altro discorso... - è innocua e spesso persino salvifica, compreso quando si parla di vari generi di musica (anche se qui viene da proclamare, avant tout, vive la mélodie !). Che ne dite, amici? Finiamo così?!